lunedì 20 maggio 2013

CLASSI QUINTE: LEGGENDE SULL'ORIGINE DI ALBISSOLA MARINA

COME ABBIAMO ELABORATO LA LEGGENDA

1° fase
 Per inventare la leggenda le classi hanno seguito il metodo “un po' per uno”, cioè ciascun bambino ad alzata di mano proponeva un' idea, alla fine le idee venivano “assemblate” nel modo più opportuno.
2° fase
Ogni alunno a casa ha scritto la propria leggenda, seguendo la traccia data a scuola.
Poi ognuno l'ha consegnata all'insegnante.
3° fase
L'insegnante ha letto tutti i testi ed ha evidenziato le parti originali e quelle in comune.
Dovendo essere coerente, il testo definitivo ha privilegiato alcuni particolari e tralasciato altri. Le leggende, quindi, avrebbero potuto essere molte di più.
TEMPI
Durata lavoro a scuola
Circa 2 ore in 2 lezioni consecutive.
Durata lavoro a casa
Da 1 ora a 2 ore circa
Durata lavoro di scelta parti originali
                   Circa 2 ore

PERCHE' L'ABBIAMO FATTO?

Abbiamo scritto 2 leggende sulle origini di Albissola Marina per capire la costruzione di una leggenda, che comprende fatti sia realistici sia inventati.
Tutto questo è nato grazie alla leggenda di Romolo e Remo studiata in quel periodo.
E' stata anche molto divertente!!!

ATTIVITA' COLLEGATE

Le attivita' collegate alla nostra leggenda sono: Storia- Geografia- Arte- Tecnologia.
  • C'entra con storia per i miti e le leggende, sulla base della leggenda riportata da Tacito riguardo alle origini di Roma e l'abbiamo adattata al nostro paese.
  • Con geografia per la descrizione del nostro paesaggio (come esempio il monte Beigua o la costa e il mare).
  • Anche con l'arte del nostro territorio, come la ceramica e i macachi (tipiche statuette dei presepi liguri).
  • C'è stato anche un collegamento con la tecnologia nel fatto degli attrezzi (come i carri, i colori, la produzione dell'olio..) e le tradizioni di un tempo.
  • Infine, la gita ad Arnasco ed al suo Museo dell'olivo, per vedere gli ulivi e i muretti a secco tipici della Liguria.

    Pianta di olivo

    Piatto di olive

    Oliera

    ORIGINI DI ALBISSOLA MARINA

    LA LEGGENDA

    Figulinaia e macachi
    "UNIRE CERAMICA  E OLIO IMPASTARE  CON ARTE AMORE E GELOSIA 
     UNA FIAMMATA DI POTERE DIVINO...
     ECCO IL PAESE"
    Sezione A

    Viveva sulle montagne di Arnasco una giovane di nome Alba Sol. Aveva capelli castano dorati e gli occhi profondi color nocciola. Alba Sol non era una sciascelina, non raccoglieva le olive, ma era una figulinaia molto brava, forse la più brava: sapeva modellare i più bei presepi mai visti.
    I suoi macachi sembravano prendere vita da un momento all'altro ed avevano colori lucenti e brillanti come nessun altro, anche perchè Alba Sol utilizzava un procedimento segreto e originale per i suoi colori: mischiava le polveri con il prezioso olio di oliva di Arnasco. In tutta la Liguria si parlava della bravura di Alba Sol.
    Un giorno il principe Doria di Genova la fece chiamare a Palazzo per commissionarle un presepe da esporre nella sala del trono.
    Allora Alba Sol caricò il suo carretto di legno con tutti i suoi attrezzi, i colori in polvere, l'olio, la terra e partì verso oriente, sulla via Aurelia, lungo la costa.
    Albasol al lavoro

    Aveva superato da poco la città di Savona quando, nell'attraversare la foce di un torrente, una ruota del carro si ruppe.
    Da quelle parti viveva un fabbro-falegname, abituato a soccorrere i viaggiatori. Disse alla ragazza, scrollando il capo, che ci sarebbe voluto un po' di tempo e lei si incamminò sulla lunga spiaggia.
    La spiaggia e le colline
    Il paesaggio era speciale: una piana attraversata da un fiume, un canneto alla foce, il mare blu e una cornice di colline alle spalle.
    Alba Sol si ricordò delle statuine già iniziate che aveva sul carro e le portò a bagnare sulla riva. Già che c'era, visto che non le piaceva annoiarsi, si mise a modellare e senza rendersene conto lavorò e lavorò costruendo casette, mulini, frantoi, stalle, alberi, orti, chiese e donne, uomini, bambini e animali.

     Alba Sol lavorava e non sapeva di essere osservata da due paia di occhi molto speciali.
    Ulivus dio del Monte Beigua
    Dalla vetta del monte Beigua i verdi occhi di falco del dio Ulivus
    seguivano affascinati i movimenti esperti della ragazza, i riflessi del sole sui suoi capelli e l'abilità con cui usava olio per dipingere e … se ne innamorò profondamente.
    Contemporaneamente, dal mare, i freddi occhi blu di Marina, dea del mare, non potevano credere alla facilità con cui quelle normalissime mani umane creavano splendide forme. Marina aveva infatti il potere di creare tutti i piccoli esseri del mare: conchiglie, coralli, pesci, alghe, piante, crostacei, pietre e ogni cosa le venisse in mente e ne era molto orgogliosa.                  

    Marina dea del Mare


    Inoltre, Marina si rese conto che stava perdendo per sempre il suo adorato Ulivus, amato da lontano per tanto tempo, e con uno scatto d'ira per l'invidia e la gelosia trasformò la rivale in macaco.
    Ulivus non ci poteva credere: uno spruzzo delle ode e Alba Sol era sparita, anzi no, era pietrificata e rimpicciolita!
    Subito lacrime brucianti d'olio scesero dai suoi occhi e il vento le portò sul presepe che asciugava sulla spiaggia. Una fiammata divampò, Ulivus temette di averlo distrutto, ma poi si accorse che in realtà la cottura aveva reso i pezzi di terra lavorata molto più belli e resistenti.
    Il dio si precipitò sulla spiaggia e iniziò ad accarezzare la statuina di Alba Sol sui bei capelli. Le mani di Ulivus erano intrise di patè di olive e quel magico unguento annullò l'incantesimo: la crosta di terra si ruppe, Alba Sol tornò alla luce e i frammenti di ceramica, unti di patè, schizzarono su tutto il presepe trasformandolo in un paesino vero.
    Marina era rimasta a bocca aperta e non poteva smettere di ammirare le luci delle casette che si accendeva sulle colline per la sera.
    Il presepe diventa vero
    La notte passò veloce anche per Alba Sol e Ulivus, che si raccontarono le loro vite.
    Quando arrivò il mattino, il falegname corse a chiamare la ragazza perchè il carro era aggiustato. Andarono insieme a curiosare per i caruggi del paesino appena nato e passò un altro giorno.
    Il principe Doria, intanto, era impaziente e aveva deciso di partire verso Arnasco per cercare la figulinaia.
    Il Principe Doria
    Arrivato alla foce del Sansobbia si fermò affascinato dal paesaggio, sulla riva. Sentito uno strano fruscio si girò verso il mare e si trovò di fronte una donna bellissima, i lunghi capelli blu, come la pelle, e il corpo agile come quello di un delfino. In un attimo, e senza magie, Marina e il principe si innamorarono.
    Fu proprio Marina che raccontò tutta la vicenda e che presentò al futuro re di Genova Alba Sol e Ulivus, i quali stavano progettando di vivere insieme.
    Il principe decise che avrebbe fatto costruire in quel luogo una bellissima villa dove passare le sue vacanze e chiese:- Ma come si chiama questo paese?
    Ulivus sorridendo rispose:- Si chiama Albissola Marina! E vi consiglio di assaggiare l'olio prodotto da questa gente, parola di uno che se ne intende.
    La festa del doppio sposalizio durò giorni e giorni e a Genova se ne parla ancora oggi.
    Statuina o Macaco
    Statuina o Macaco


     
    ORIGINI DI ALBISSOLA MARINA
    LA LEGGENDA
    "Una zia e la sua gelosia,
    un destino salvato da un delfino"
    Sezione B

    In un tempo lontano viveva a Genova un re con la sua bambina, Alba.
    Il re voleva molto bene alla sua unica, piccola figlia e questo ingelosiva la zia di Alba, Amanda, che pensava in ogni momento a come sbarazzarsi della nipotina.
    Amanda aveva un figlio ed era convinta che lui sarebbe stato perfetto per il trono.
    Nel giorno del sesto compleanno di Alba, la zia malvagia chiese al re il permesso per portare la nipotina a fare una gita al mare. Il re contento acconsentì, visto che era sempre così impegnato e zia e nipote partirono con la carrozza verso ovest.
    La zia malvagia
    Amanda scelse una zona non abitata dove fermarsi e portò Alba su una bella spiaggia vicino ad una scogliera, in un golfo a forma di mezzaluna.
    Ad Alba piaceva molto nuotare, anche se non era ancora esperta. Il mare era grosso perchè c'era burrasca, Alba aveva un po' paura, ma la zia insistette dicendole che avrebbe trovato bellissime pietre colorate e conchiglie e la bambina si fidò di lei.
    Quando Alba arrivò in un punto dove non toccava cominciò a bere e non riuscì a tornare.
    La zia da riva fece finta di non accorgersene e ad un certo momento non vide più niente. Pensando di essere riuscita nel suo proposito risalì sulla carrozza e tornò al galoppo dal re per piangere insieme a lui sulla tremenda disgrazia e per organizzare la futura incoronazione del proprio figlio.
    Intanto Alba aveva cominciato a scendere verso il fondo, portata dalle forti onde che la facevano girare sottosopra quando sentì una spinta verso l'alto proprio prima di perdere i sensi.
    Si risvegliò sullo scoglio della Madonnetta, osservata da un grosso gabbiano.
    Alba si salva sullo scoglio
    Mentre tossiva per l'acqua salata e cercava di alzarsi vide che il mare si era calmato. Voleva tornare a riva ma la paura era forte.
    Così disse ad alta voce :- Sono stata fortunata, ma ora come farò?
    In quel momento sentì dei fischi vicino a lei, si girò e vide un delfino che la sfiorava col muso invitandola a rituffarsi.
    Allora Alba capì che non era stata solo fortunata, ma che aveva trovato un amico speciale e sul dorso del delfino arrivò ad una grande spiaggia.
    Quando il delfino se ne tornò in mare aperto, la bambina cominciò a girovagare nei dintorni, spaventata e bagnata. Ormai il sole stava tramontando dietro la collina alle sue spalle.
    Arrivò alla foce di un torrente, il Sansobbia, e vide una casetta solitaria.
    Era abitata da una famiglia di poveri pescatori. La mamma era a lavare le acciughe sulla riva, il papà stava riparando le reti.
    La riva del mare
    Le venne incontro il loro figlio che fece un mucchio di domande, ma lei non gli rispose perchè suo papà le aveva insegnato a non parlare con gli estranei.
    La famiglia la accolse lo stesso, con gentilezza e le diedero quel poco che avevano.
    Dopo qualche giorno Alba si decise a chiedere al bambino come si chiamasse e lui le rispose:- Mi chiamo Solis Docilia. E sono contento che vuoi parlare con me!
    Per Alba cominciò una nuova vita. Ogni giorno aiutava un po' i nuovi genitori e poi giocava con Solis sulla riva del fiume a modellare delle forme con l'argilla, come le insegnava lui. Facevano dei bellissimi vasetti o anche pignatte che mettevano a seccare al sole. Scoprirono come cuocerle nel forno e diventarono famosi anche a Savona.
    Piano piano si dimenticò della zia e perfino del papà.
    Intanto a Genova era venuto il tempo di sposare il cugino di Alba con una principessa e il vecchio re, triste e solo, decise di cercare un regalo originale.
    Avendo sentito parlare delle pignatte della famiglia Docilia mandò un messo e fece un grosso ordine.
    Le pignatte di terracotta
    Ad Alba tornò in mente la sua storia come in sogno e decise di scrivere una lettera al re/padre.
    Gli scrisse
    "Caro papà, io sto bene anzi benissimo. Vivo con una famiglia che mi ha cresciuta con tanto affetto e sto per sposarmi con un ragazzo di qui. Non essere triste, ma sta attento a zia Amanda perchè non è sincera.
    Noi siamo i famosi ceramisti e se vuoi ti farò una bellissima pignatta. Per il cugino, invece, non vogliamo farne. Scusa, ma non posso tornare, Sto troppo bene qui. Ti voglio bene. Alba"
    Quando il re lesse la lettera capì che doveva essere felice per la figlia ritrovata, anche se era doloroso pensare al tempo perduto.
    Diede ordine di mandare la zia Amanda lontano da Genova per sempre e dopo aver parlato con il nipote decise di lasciarlo erede al trono, visto che Alba rifiutava il titolo.
    Fatto questo, fece costruire un bellissimo villaggio vicino alla casetta dei pescatori come regalo di nozze per la figlia ritrovata, che venne chiamato Alba Docilia, per riconoscere la "vera" famiglia della ragazza. La gente del posto però lo chiamò sempre Albissola, per ricordare l'amore e la bravura dei due ragazzi: Alba e Solis.
    Le pignatte di Albissola diventarono le più ricercate della Liguria e se guardate bene in certe sere, dopo la burrasca, potete vedere al largo del golfo degli spruzzi, dei guizzi di luce su un dorso argentato ...
    Albissola oggi





    Ringraziamenti: Comune di Albissola Marina, Italia Nostra, C.E.A., Museo dell'olivo di Arnasco, Alessio, Monica, Michela, Francesca.

3 commenti:

  1. E' bellissimo! L'abbiamo fatto noi!!
    Questa è la quinta B
    Chiara, Giulia A., Margherita, Giulia M., Alessia, Elena, Elisa, Beatrice, Davide, Gabriele, Lorenzo, Simone, Elia, Ester, Virginia, Irene, Andrea, Thomas, Giulio, Luca, Alessandro Bol., Matilde, Benedetta, Pietro, Alessandro Bot., Vittorio.

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  2. BRAVI . AVETE FATTO PROPRIO UN BEL LAVORO.COMPLIMENTI!!!!!!

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  3. Ci siamo anche noi! Quelli della quinta A.
    E' stato un lavoro leggendario, anzi epico!!
    Alessia, Micol,Greta, Andrea A, Andrea Z, Roberto, Giacomo, Francesco, Giulia M, Laura , Arianna, Andrea M, Simone M, Nicolas, Simone S, Fabio, Davide, Francesca, Lorenzo, Dmitrij, Giulia P, Pietro, Aurora, Marta, Giada, Nicolò

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